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1.
€ 23,00
EAN-13: 9788899470449
Robert Forczyk
Il caso bianco. L'invasione della Polonia 1939
Edizione:21 Editore, 2021
Collana:Controstoria

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Prezzo di acquisto€ 23,00
Descrizione

Descrizione del libro

Nel 1939 Hitler decide di invadere la Polonia. Il caso bianco fu nome in codice scelto per l'invasione. L'esercito polacco é stato spesso considerato antiquato e sulla base di questo pregiudizio gli storici hanno spesso liquidato in poche righe la narrazione degli aspetti militari dell'invasione della Polonia, affermando che le forze armate polacche furono rapidamente surclassate dalla Wehrmacht. In realtà  l'esercito polacco era ben equipaggiato e dotato di un armamento moderno. I polacchi possedevano più carri armati degli inglesi e avevano abilmente decifrato il cifrario della macchina tedesca Enigma, avendo così l'opportunità  di conoscere le mosse del nemico con sufficiente anticipo, un prezioso lavoro che gli inglesi avrebbero proseguito con successo. Sebbene l'assalto combinato dalla Germania e dall'Unione Sovietica abbia rapidamente portato alla sconfitta della Polonia, esso non riuscì a fiaccarne lo spirito combattivo e migliaia di soldati e aviatori fuggirono, per lo più in Romania, per passare in occidente e combattere in seguito al fianco degli alleati su altri fronti. Utilizzando una vasta gamma di fonti, Robert Forczyk, racconta dettagliatamente l'intera storia dell'invasione che ha scatenato il più grande conflitto della storia.

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2.
€ 18,00
EAN-13: 9788861023123
Robert Forczyk
L'ultima battaglia dei Nez Perce. 1877
Edizione:Libreria Editrice Goriziana, 2015
Collana:Biblioteca di arte militare. Battaglie

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Prezzo di acquisto€ 18,00
DescrizioneNum. Collana: , Nr. 112
L'ultima battaglia dei Nez Perce. 1877: Nel 1877, mentre le guerre tra gli Stati Uniti e i nativi americani stavano volgendo al termine, una tribù in Oregon orientale, continuava a resistere strenuamente, Erano i Nez Perce, guidati dal cosiddetto "Napoleone Rosso", Capo Giuseppe, che aveva rifiutato di arrendersi e di accettare il reinsediamento. Capo Giuseppe organizzò invece una manipolo, di alcune centinaia di guerrieri e partì per il confine canadese, inseguito da 2.000 soldati dell'esercito degli Stati Uniti guidati dal Generale Oliver Howard. Dopo avere inseguito i nativi per tre mesi, combattendo in numerose azioni e in alcune vere e proprie battaglie (Bird Canyon, Big Hole) l'esercito statunitense infine, giunto a qualche decina di chilometri dal confine canadese, attaccò gli indiani, e li costrinse ad arrendersi dopo una battaglia di cinque giorni nel pressi di Bear Paw Mountain. L'esito finale fu la resa definitiva, suggellata dal famoso discorso di Capo Giuseppe: "Sono stanco di combattere, i nostri capi sono tutti caduti, Looking Glass è morto, Toohoolhoolzote è morto. Tutti gli anziani sono morti. Ora i giovani diranno sì o no. Quello che guidava i giovani è morto. E freddo e non abbiamo coperte. I bambini muoiono di freddo. Alcuni della mia gente sono fuggiti sulle montagne e sono senza coperte e senza cibo. Nessuno sa dove questi siano, forse stanno morendo di freddo. Vorrei aver tempo per cercare i miei bambini e vedere quanti ne posso ancora trovare. Forse li troverò fra i morti..." In 1877, while the wars between the United States and the native Americans were coming to an end, a tribe in Eastern Oregon, continued to resist strenuously, were the Nez Perce, led by the so-called "Red Napoleon", Chief Joseph, who had refused to surrender and accept the resettlement. Chief Joseph organised a handful, of several hundred warriors and set out for the Canadian border, chased by 2,000 soldiers of the United States army led by General Oliver Howard. After having chased the natives for three months, fighting in numerous actions and in some real battles (Bird Canyon, Big Hole) the us Army finally arrived a few dozen kilometres from the Canadian border, attacked the Indians and forced them to surrender after a five-day battle in the vicinity of Bear Paw Mountain. The final outcome was the final yield, sealed by the famous speech by Chief Joseph: "I'm tired of fighting, our leaders are all fallen, Looking Glass is dead, Toohoolhoolzote is dead. All seniors are dead. Now young people will say yes or no. What drove the young died. And cold and we have no blankets. Children dying of cold. Some of my people have fled to the mountains and have no blankets and no food. No one knows where they are, maybe they're dying of cold. I wish I had time to look for my children and see how many you can still find. Maybe I'll find them among the dead ... "
3.
€ 18,00
EAN-13: 9788861021969
Robert Forczyk
Leningrado 1941-44. L'epico assedio
Edizione:Libreria Editrice Goriziana, 2013
Collana:Biblioteca di arte militare. Battaglie

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DescrizioneNum. Collana: , Nr. 61
Leningrado 1941-44. L'epico assedio: La decisione di Adolf Hitler di sottoporre la città di Leningrado a un lungo assedio invece di travolgerla con un assalto diretto ebbe come conseguenza una delle campagne più brutali e distruttive del fronte orientale. Il gruppo d'armate Nord tedesco fu in grado di isolare Leningrado e la sua guarnigione, e per oltre due anni martellò la città con artiglieria e attacchi aerei, mentre i sovietici compivano ripetuti sforzi per tentare di sfondare nelle gelate paludi del fronte del Volchov. Nel gennaio del 1944, quando l'Armata Rossa fu in grado di spezzare il fronte del gruppo d'armate Nord e l'assedio di Leningrado, circa un milione e mezzo di sovietici erano morti in combattimento, per malattia e per fame. Adolf Hitler's decision to subject the city of Leningrad to a long siege rather than overwhelm her with a direct assault resulted in one of the most brutal and destructive campaigns of the eastern front. The German Army Group North was able to isolate Leningrad and his garrison, and for over two years hammered away at the city with artillery and air strikes, while the Soviets made repeated efforts to try to break through in the face of the Volkhov marshes frosts. In January 1944, when the Red Army was able to break the front of Army Group North and the siege of Leningrad, about one and a half million Soviets were killed in combat, disease and hunger.


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